Cascina la Noce è stata fondata da Andrea Dall’Occo, appassionato di natura e desideroso di affondare radici in una terra così ricca, ma oggi sottovalutata. Insieme a lui ci sono suo padre, Luigi, mitico pasticciere e sua moglie, Chiara.
Andrea si è diplomato come perito chimico e non ha mai smesso di studiare la natura e l’ambiente intorno a lui. Prima è stato pasticcere nella ditta di famiglia, Jeantet, poi giardiniere e agricoltore per proprio conto. Nel 2006 invece ha scelto di dedicarsi ad un progetto di ripristino della zona tutta intorno alla Cascina La Noce nel comune di Favaro, ormai abbandonata.
Nel progetto è stato affiancato da suo padre, Luigi Dall’Occo, con un’affermata esperienza di 35 anni di lavoro nel campo della pasticceria artigiana. Per anni Andrea si è dedicato a questo terreno, che i vecchi biellesi ricordano con il nome cascina “la Nos”. Proprio per mantenere un legame con il passato Andrea ha deciso di chiamare la sua azienda “Cascina La Noce”
Nel 2006 ha acquistato alcuni ettari di terreno ed ha iniziato a ripristinare l’antico castagneto e i pendii che negli anni di abbandono si erano trasformati in un bosco incolto. Ha drenato e sistemato il terreno per dar vita a coltivazioni di piccoli frutti come lamponi, more, ribes, mirtilli. Inoltre ha impiantato un meleto con vecchie varietà di mele autoctone oltre a un ciliegeto, un pruneto e una coltivazione di erbe aromatiche e di ortaggi.
Al suo fianco, negli ultimi anni, è arrivata anche sua moglie , Chiara Verrua, che crede nella terra e nel progetto di Andrea: è una cittadina, di Torino, insegnante di lettere alle scuole medie. Si sono conosciuti nel volontariato estivo, tramite il gruppo dei Fratelli delle Scuole Cristiane di De La Salle: facevano gli animatori per ragazzini dagli 11 ai 16 anni, portandoli a camminare in montagna in val di Susa; lui portava il gruppetto biellese, lei quello torinese.
Qualche volta affacciandosi dalla strada provinciale verso i pendii che circondano la cascina, li potrete scorgere mentre raccolgono frutti o curano le piantine aromatiche o magari passeggiano insieme in mezzo ai filari, per far sentire alle piante e alla terra che questo lavoro è un gesto d’amore.